Quando abbiamo cominciato a prendere sul serio l'idea di pubblicare un libro sulle nostre esperienze professionali di educatori, ci è sembrato naturale rappresentare il nostro lavoro in forma letteraria. Ognuno di noi è stato chiamato a dipanare ricordi, sensazioni e incontri, senza altra indicazione se non quella di restituire attraverso la parola una vicenda vissuta. Ne è nato un mosaico composito, fatto di tessere anche molto diverse tra loro. Malgrado questa eterogeneità, i racconti raccolti nel volume hanno un filo comune: tutti convergono verso vicende di individui toccati da uno stato di emarginazione materiale o psicologica. Le persone di cui narriamo sono spesso lontane da posizioni socialmente prestigiose; al tempo stesso sono persone con le quali abbiamo avuto incontri veri, profondi.

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